"Le persone si riconoscono nelle loro merci: trovano le loro anime nella loro automobile"
Marcuse, "L'uomo ad una dimensione", 1967
venerdì 30 novembre 2007
sabato 27 ottobre 2007
Ieri mattina
Ieri mattina mi sono svegliata da sola. Bella forza, dirà qualcuno. Considerando che la mia sveglia di solito suona alle 06,50, direi che avevo le mie buone ragioni per stupirmi di fronte ad un evento di quella portata.
Una inusitata luce filtrava dalla finestra: forse il mio uomo si era dimenticato di chiudere le tapparelle.
"Forse", pensavo, "è per questo che mi sono svegliata così presto: la luce naturale ti sveglia poco a poco, così il corpo segue i ritmi della natura etc. etc." (pippone ecologosalutista)
Mentre meditavo sulle mie faccende, mi rendevo conto di essere molto riposata. stranamente riposata.
Un sottile dubbio cominciò ad insinuarsi. non sarà che..
Accesi il telefono.
9,17. Panico.
Chiamo a scuola: "ehmm.." "ah, sei tu! Mi dicono che la classe alle otto era scoperta!" "infatti mi sono appena alzata!"
da oggi le sveglie sono due: una sul comodino, una un pò più lontano.
Una inusitata luce filtrava dalla finestra: forse il mio uomo si era dimenticato di chiudere le tapparelle.
"Forse", pensavo, "è per questo che mi sono svegliata così presto: la luce naturale ti sveglia poco a poco, così il corpo segue i ritmi della natura etc. etc." (pippone ecologosalutista)
Mentre meditavo sulle mie faccende, mi rendevo conto di essere molto riposata. stranamente riposata.
Un sottile dubbio cominciò ad insinuarsi. non sarà che..
Accesi il telefono.
9,17. Panico.
Chiamo a scuola: "ehmm.." "ah, sei tu! Mi dicono che la classe alle otto era scoperta!" "infatti mi sono appena alzata!"
da oggi le sveglie sono due: una sul comodino, una un pò più lontano.
LA BANALITA' DEL MALE
Non sono le catostrofi, gli assassinii, le morti, le malattie che ci invecchiano e ci uccidono; è il modo in cui la gente guarda e ride e sale sugli autobus
Virginia Wolf
Virginia Wolf
martedì 23 ottobre 2007
DI UOMINI E DI DONNE
La mia blogger preferita (http://ciocosciocchezze.blogspot.com) mi ha provocata con una interessante rflessione su uomini e donne..
Vorrei pubblicare sul mio blog, ormai da tempo orfano di post, il commento al suo pregevole articolo..
bhe come potremmo essere semplici se le cose per noi non sono mai semplici??
Pensiamo alla prima gita scolastica, alle elementari. Visualizza il cesso di un autogrill, sporco e puzzoso. Il maschietto fa due movimenti: ZIP! PSSSSSSSSSSSS.. fottendosene delle condizioni igieniche del bagno. La femminuccia deve farsi le paranoie (la trattengo fino a casa?? salgo sulla tazza con i piedi come fosse una turca?? pulisco con la carta igienica?? prenderò la lebbra??).
Non parliamo dell'adolescenza.
Il maschietto deve (forse) imparare a farsi la barba (bella forza!).
La femminuccia si trova alle prese con due tette nuove di zecca (sempre troppe o troppo poche) e il ciclo. DEVE farsi il pippone su cosa dire agli amici del mare quando le chiederanno perchè non fa il bagno, deve fare i conti con milioni di piccoli fastidi..
Un bel giorno la mamma la sorprende ignuda nella vasca e le comunica che è giunto il momento di farsi la prima ceretta (non ti tedio sui fastidi e gli ulteriori pipponi..).
Alle superiori il maschietto e la femminuccia cominciano a voler uscire e ad affrontare i primi amori.
LUI di solito può fare tardi con gli amici: il padre ne va fiero. LEI deve rientrare entro mezzanotte: è una ragazza!
Poi lei si innamora di uno e ci va (entro mezzanotte), ma LUI non vuole mettercisi insieme: dunque LEI è una troia. Perchè è una ragazza.
Allora il migliore amico di lui le chiede di fare un giro in motorino, lei crede che debba parlarle dell'amico. Invece cerca di sdraiarla sul prato, perchè se è andata con l'amico..
Gli altri commentano che doveva aspettarselo, PERCHE' E' UNA RAGAZZA.
Sono alcuni dei motivi perchè LORO sono semplici, e NOI complicate.
Un uomo te lo avrebbe spiegato in due righe
Vorrei pubblicare sul mio blog, ormai da tempo orfano di post, il commento al suo pregevole articolo..
bhe come potremmo essere semplici se le cose per noi non sono mai semplici??
Pensiamo alla prima gita scolastica, alle elementari. Visualizza il cesso di un autogrill, sporco e puzzoso. Il maschietto fa due movimenti: ZIP! PSSSSSSSSSSSS.. fottendosene delle condizioni igieniche del bagno. La femminuccia deve farsi le paranoie (la trattengo fino a casa?? salgo sulla tazza con i piedi come fosse una turca?? pulisco con la carta igienica?? prenderò la lebbra??).
Non parliamo dell'adolescenza.
Il maschietto deve (forse) imparare a farsi la barba (bella forza!).
La femminuccia si trova alle prese con due tette nuove di zecca (sempre troppe o troppo poche) e il ciclo. DEVE farsi il pippone su cosa dire agli amici del mare quando le chiederanno perchè non fa il bagno, deve fare i conti con milioni di piccoli fastidi..
Un bel giorno la mamma la sorprende ignuda nella vasca e le comunica che è giunto il momento di farsi la prima ceretta (non ti tedio sui fastidi e gli ulteriori pipponi..).
Alle superiori il maschietto e la femminuccia cominciano a voler uscire e ad affrontare i primi amori.
LUI di solito può fare tardi con gli amici: il padre ne va fiero. LEI deve rientrare entro mezzanotte: è una ragazza!
Poi lei si innamora di uno e ci va (entro mezzanotte), ma LUI non vuole mettercisi insieme: dunque LEI è una troia. Perchè è una ragazza.
Allora il migliore amico di lui le chiede di fare un giro in motorino, lei crede che debba parlarle dell'amico. Invece cerca di sdraiarla sul prato, perchè se è andata con l'amico..
Gli altri commentano che doveva aspettarselo, PERCHE' E' UNA RAGAZZA.
Sono alcuni dei motivi perchè LORO sono semplici, e NOI complicate.
Un uomo te lo avrebbe spiegato in due righe
giovedì 10 maggio 2007
A PIEDI
Un'esperienza che consiglierei a tutti è quella di muoversi a piedi, un giorno, in una città; non è necessario che si tratti di una metropoli, va bene anche una cittadina media.
La percezione degli spazi cambia completamente.
Per me è stata una necessità, essendo qui senza mezzi; così ieri ho deciso di recarmi all'"Auchan" (un centro commerciale) a piedi, visto che non dista molto da dova vivo.
Ma a trasformare una zona in "extraurbana" non sono gli oggettivi chilometri di distanza dal centro di una città: è la conformazione stessa delle strade. A un certo punto spariscono i marciapiedi, le corsie si sdoppiano, la automobili ti sfrecciano accanto veloci. Capisci allora che quella zona non è stata concepita per un pedone. Camminando a piedi, stando bene attento a non farti investire, hai la precisa sensazione di essere un asociale, uno straccione.
Soggiorno momentaneamente in una cittadina molto ricca e curata a pochi chilometri da Torino: la classica periferia-bene, costellata di mega ville dotate di splendidi parchi. Uscita dalla zona pedonabile, però, mi sono trovata nel nulla; un limbo inquietante, sporco, mal tenuto.
Sono passata sotto un cavalcavia: c'erano rifiuti, un ombrello rotto. La paura si è sottilmente infiltrata lungo le mie vertebre.
Paura di che? Di uno spazio non protetto, non garantito; non umanizzato, direi, malgrado la grande massa umana che mi sfrecciava accanto in auto.
Il centro commerciale mi è sembrato enorme: troppo grande, alto, massiccio rispetto alle dimensioni di uno che va a piedi. E che giudica lo spazio con il suo metro di uomo, e basta.
Tutto intorno, parcheggi. Non una persona a piedi. mi sentivo fuori posto, avevo persino paura di tornare. Dopo un giro infruttuoso mi sono lentamente avviata; davanti a me si materializza un altro ragazzo a piedi: ha uno zaino, forse è un turista. Prendo a pedinarlo, seguo la sua scia. Non ho più paura.
La percezione degli spazi cambia completamente.
Per me è stata una necessità, essendo qui senza mezzi; così ieri ho deciso di recarmi all'"Auchan" (un centro commerciale) a piedi, visto che non dista molto da dova vivo.
Ma a trasformare una zona in "extraurbana" non sono gli oggettivi chilometri di distanza dal centro di una città: è la conformazione stessa delle strade. A un certo punto spariscono i marciapiedi, le corsie si sdoppiano, la automobili ti sfrecciano accanto veloci. Capisci allora che quella zona non è stata concepita per un pedone. Camminando a piedi, stando bene attento a non farti investire, hai la precisa sensazione di essere un asociale, uno straccione.
Soggiorno momentaneamente in una cittadina molto ricca e curata a pochi chilometri da Torino: la classica periferia-bene, costellata di mega ville dotate di splendidi parchi. Uscita dalla zona pedonabile, però, mi sono trovata nel nulla; un limbo inquietante, sporco, mal tenuto.
Sono passata sotto un cavalcavia: c'erano rifiuti, un ombrello rotto. La paura si è sottilmente infiltrata lungo le mie vertebre.
Paura di che? Di uno spazio non protetto, non garantito; non umanizzato, direi, malgrado la grande massa umana che mi sfrecciava accanto in auto.
Il centro commerciale mi è sembrato enorme: troppo grande, alto, massiccio rispetto alle dimensioni di uno che va a piedi. E che giudica lo spazio con il suo metro di uomo, e basta.
Tutto intorno, parcheggi. Non una persona a piedi. mi sentivo fuori posto, avevo persino paura di tornare. Dopo un giro infruttuoso mi sono lentamente avviata; davanti a me si materializza un altro ragazzo a piedi: ha uno zaino, forse è un turista. Prendo a pedinarlo, seguo la sua scia. Non ho più paura.
lunedì 23 aprile 2007
le chat noir a Turin
Yeppa Yeppa cari amici, sono stata assunta a Torino.. ma vi pare possibile??
Una città magica, affascinante, ricca di storia e fervente di attività..
Una città magica, affascinante, ricca di storia e fervente di attività..
lunedì 12 marzo 2007
2006
Risbuco nel web dopo mesi di assenza.
Nel frattempo i miei cinque miseri lettori si saranno stufati di trovare sempre lo stesso post (peraltro merdoso, scritto in un momento di depressione caspica) ed avranno smesso di visitare la pagina in attesa di novità.
Volevo parlare del nuovo anno, anzi del vecchio. Da mesi. Non sono riuscita a trovare 5 minuti per aggiornare il blog: da non crederci, no?
Il fatto è che finalmente ho trovato un lavoro. Forse. Nel senso che sto facendo una supplenza, che forse durerà fino a giovedì o forse si prolungherà qualche mese..
Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare, diceva il poeta.
Il 2006 è stato l'anno della sconfitta dei malvagi ad opera dei buoni:
- I perfidi galli sono stati giustamente puniti della loro tracotanza dai discendenti di quei latini che a loro tempo li sottomisero di brutto. In altre parole, gli azzurri channo sconfitto les bleux. Se fossimo in paese più colto, Cannavaro avrebbe scritto "veni, vidi, vici"
- E che dire degli altri azzurri, quelli che seguono il Biscione? Anche questa spregevole razza ha subito la sua bella sconfitta in sede elettorale
- Sempre sulla stessa scala cromatica, non dimentichiamo i neroAZZURRI: hanno soffiato lo scudetto alla fedigrafa e spocchiosa Vecchia Signora, e stanno dimostrando di meritarlo dominando incontrastati il campionato.
Eppure non siamo contenti. Vorremmo di più. Il 2006 lascia comunque l'amaro in bocca.
Credo sia un problema di scenografia, se non di regia.
Avete presenti quei film in cui i buoni subiscono da matti, vengono insultati, imbrogliati, il loro pensiero travisato? Quei film in cui lo spettatore schiuma dalla rabbia per un'ora, in attesa del catartico happy end?
Ecco: dopo tutte le sofferenze subite, l'italiano "buono" voleva uno di quei finali in cui la vittoria dei buoni è schiacciante, cioè:
- il biscione doveva essere umiliato dai risultati elettorali (anche perchè continua a sostenere di aver vinto le elezioni);
- i cugini d'oltralpe dovevano tornarsene a casa con un sonoro 3-0, così non si sarebbero convinti di aver perso solo perchè sono stati privati negli ultimi 10 minuti del loro prezioso Zizou (ma se quel fallo invece di Zidane l'avesse fatto un giocatore semisconosciuto del Ghana, qualcuno si sarebbe sognato di dire "poverino, è stato provocato!!"????)
- Lo scudetto lo doveva vincere l'Inter sconfiggendo in campo i superbi Juventini, dimostrando coi fatti la sua superiorità civile e morale!!
Nel frattempo i miei cinque miseri lettori si saranno stufati di trovare sempre lo stesso post (peraltro merdoso, scritto in un momento di depressione caspica) ed avranno smesso di visitare la pagina in attesa di novità.
Volevo parlare del nuovo anno, anzi del vecchio. Da mesi. Non sono riuscita a trovare 5 minuti per aggiornare il blog: da non crederci, no?
Il fatto è che finalmente ho trovato un lavoro. Forse. Nel senso che sto facendo una supplenza, che forse durerà fino a giovedì o forse si prolungherà qualche mese..
Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare, diceva il poeta.
Il 2006 è stato l'anno della sconfitta dei malvagi ad opera dei buoni:
- I perfidi galli sono stati giustamente puniti della loro tracotanza dai discendenti di quei latini che a loro tempo li sottomisero di brutto. In altre parole, gli azzurri channo sconfitto les bleux. Se fossimo in paese più colto, Cannavaro avrebbe scritto "veni, vidi, vici"
- E che dire degli altri azzurri, quelli che seguono il Biscione? Anche questa spregevole razza ha subito la sua bella sconfitta in sede elettorale
- Sempre sulla stessa scala cromatica, non dimentichiamo i neroAZZURRI: hanno soffiato lo scudetto alla fedigrafa e spocchiosa Vecchia Signora, e stanno dimostrando di meritarlo dominando incontrastati il campionato.
Eppure non siamo contenti. Vorremmo di più. Il 2006 lascia comunque l'amaro in bocca.
Credo sia un problema di scenografia, se non di regia.
Avete presenti quei film in cui i buoni subiscono da matti, vengono insultati, imbrogliati, il loro pensiero travisato? Quei film in cui lo spettatore schiuma dalla rabbia per un'ora, in attesa del catartico happy end?
Ecco: dopo tutte le sofferenze subite, l'italiano "buono" voleva uno di quei finali in cui la vittoria dei buoni è schiacciante, cioè:
- il biscione doveva essere umiliato dai risultati elettorali (anche perchè continua a sostenere di aver vinto le elezioni);
- i cugini d'oltralpe dovevano tornarsene a casa con un sonoro 3-0, così non si sarebbero convinti di aver perso solo perchè sono stati privati negli ultimi 10 minuti del loro prezioso Zizou (ma se quel fallo invece di Zidane l'avesse fatto un giocatore semisconosciuto del Ghana, qualcuno si sarebbe sognato di dire "poverino, è stato provocato!!"????)
- Lo scudetto lo doveva vincere l'Inter sconfiggendo in campo i superbi Juventini, dimostrando coi fatti la sua superiorità civile e morale!!
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