lunedì 19 maggio 2008

Gita a Roma - il viaggio in treno

I pargoli in questione sono dotati di valigie ingombrantissime, sembra che debbano passare due mesi nella legione straniera. Riusciamo bene o male a sistemarci tutti nelle cabine a noi assegnate, all'infuori di sei ragazzi che si sono trovati la cuccetta occupata da altrettante fanciulle più o meno coetanee, che hanno la prenotazione per lo scompartimento accanto. Si tratta di studentesse di un altro liceo di torino, che casualmente vanno in gita a Roma. Si scusano per l'errore e chiedono di poter scambiare i due scompartimenti, per non dover spostare l'ingente quantità di valigie. I maschietti cavallerescamente acconsentono, chiedendomi il permesso. Non mi sembra una questione di stato, e li lascio tranquillamente fare.
Non immaginavo di scatenare una tragedia di dimensioni bibliche.

Mi trovo davanti, infatti, un essere cubiforme di sesso femminile, sfoggiante frangetta rampante e caschetto platino, e dotato di uno spiccato accento sannita.
Raramente in vita mia ho visto un tale attentato al buon gusto.
"Fuori!" tuona la megera rivolgendosi ai miei studenti, senza tener conto del fatto che erano state le SUE studentesse a sbagliare scompartimento.
Queste iniziano a chiocciare deboli proteste mentre lei sbraita: "se questi rompono qualcosa, ci andiamo di mezzo noi! Abbiamo una responsabilità! Anche la vostra professoressa dovrebbe saperlo!" e mi scocca un'occhiataccia. Io faccio la vaga.
Sospiro: sono ancora lontana dal diventare una vera insegnante. Forse non lo voglio nemmeno.
Iniziamo una complicata manovra nello strettissimo corridoio, tra ragazzi, ragazze e valigie. Vagamente claustrofobica, sbuffo nel guidare la manovra sotto gli occhi porcini della sannita cubiforme.

Gita a roma- parte 1

Mancano circa tre giorni all'agogata gita a Roma. Mi aggiro -animula vagula blandula- per i corridoi della scuola alla disperata ricerca di uno straccio di programma. Nulla di nulla. Mi dirigo allora dal Grande Capo, il DS (Dirigente scolastico), che mi indirizza al DSGA (l'Eminenza grigia che guida le sorti di tutti noi). Egli, con piglio fiero, sostiene di aver già consegnato i programmi ai docenti accompagnatori un mese prima. "Forse" esordisco diplomatica "c'è stato un errore, perchè gli accompagnatori siamo noi" alludendo alla collega, che stava molto meno diplomaticamente per mandarlo al diavolo.
Lui riabbassa la testa e continua il suo lavoro al PC (solitario?? Free cells??)ignorandoci volutamente. "Non potrebbe cercare tali programmi e consegnarceli??" suggerisco, cercando di rimanere seria perchè la situazione si stava facendo tanto farsesca da diventare esilarante. "dopo. ora non posso."
Due ore più tardi la preside in persona (non Sua Eccellenza) mi consegna il bramato foglio. Che tuttavia contiene solo le date di arrivo e partenza (è già qualcosa) e non le visite guidate che, almeno a quanto mi era stato detto, avrebbero occupato le nostre mattine.

Lunedì mattina. La partenza è prevista per la sera (con il treno notturno) e ancora non so bene come si svolgerà la gita.
La collega di cui sopra mi informa che in realtà le visite guidate sono state tagliate dall'agenzia, quindi non abbiamo uno straccio di programma. Panico totale: io avevo pensato solo a come occupare i pomeriggi e le sere.
Lei a furia di urla ha ottenuto due visite guidate, cioè due mattine occupate. OK. Calma. E' già qualcosa.
Passo il pomeriggio su internet, facendo incetta di orari e numeri. Mi servono siti visitabili gratis, o con una spesa minima, perchè i ragazzi suppongono che le visite siano incluse nel prezzo della gita.
Le ore passano inesorabili mentre stravolgo il programmino che mi ero prefissata. Provo a telefonare per prenotare qualche visita, ma è tardi: tra un clik e l'altro sono ormai le sette.
Mi avvio preoccupata alla stazione di Porta Nuova, dove svariati genitori stanno per affidarmi i loro preziosi ventisette pargoli. Riuscirò a riportarli a casa tutti?
Forse se lo stanno chiedendo anche loro, mentre mi osservano e mi chiedono cosa visiteremo. Mento spudoratamente fingendo di avere la situazione sotto controllo e cercando di risultare credibile. Mi sento una cialtrona.
Ci avviamo abbastanza allegramente verso il treno, dove grazie al cielo le cuccette sono state prenotate.

Ma se tutto quello che ha fatto l'agenzia è stato prenotare le cuccette e l'albergo, non potevo farlo io risparmiando dei soldi??