lunedì 25 agosto 2008

UN ANNO SENZA LATINOOOOOOO

Appropinquandosi la riapertura dell'anno scolastico, mi sono affrettata a chiamare la preside della mia scuola per sapere quali saranno le mie classi. Dovete sapere che l'insegnante di lettere (classe di concorso A051)dovrebbe essere un umanista a tutto tondo, poichè oltre alle letterature italiana e latina, che si presuppone abbia studiato nei lunghi anni di università può insegnare all'occorrenza storia (al biennio, ma al magistrale anche al triennio), nonchè una simpatica materia nomata "geografia". Lo studente tipo di lettere ha un solo esame di geografia nel piano di studi. Il bello è che ci sono simpatiche (e soprattutto preparatissime) persone laureate in geografia che possono insegnarla solo in alcune scuole professionali.. miti e misteri della scuola italiana.
La sottoscritta, nella fattispecie, ha avuto la ventura di laurearsi in storia romana, dalla qual cosa consegue un grande amore per la letteratura e la lingua latina.
Ordunque, passato ferragosto, mi accingo ad avere il responso tanto atteso.. speravo di insegnare nelle classi del triennio, poichè i ragazzi sono più grandi e meno scassa..... e per le materie, sicuramente più interessanti.
Pensavo però che, se mi avessero appioppato il biennio, mi sarei divertita almeno con il latino: avevo già in mente simpatici esercizietti sfiziosi a volontà.
Ma la tragedia incombeva su di me: italiano, storia, GEOGRAFIA, al biennio. Senza latino. Ma si potrà??
Ieri mio padre lo ha detto en passant ad una mia parente che ha insegnato a lungo, e lei, con fare sussiegoso da espertona, ha spiegato: "è normale, al primo anno in una scuola, non si fidano.."
Nella mia ex scuola si dovevano fidare molto, visto che mi hanno affidato una V da portare agli esami..
E' inutile cercare una logica dove non c'è: semplicemente l'ultimo arrivato si prende quello che nessuno vuole. Siccome il fantastico nuovo governo ha aumentato il numero massimo di alunni per classe (fino a 33), il biennio è sicuramente meno gettonato..
"capa capa, ce 'rmane la capatura"
"Disse la volpe a li suoi amati figli, quanno a picciò e pollastri e quanno a grilli" (proverbi marchigiani)