venerdì 27 giugno 2008

LA MATURA FA VERDURA

Errata corrige: il presidente di commissione non è tutankamon (così ho scoperto che gli alunni chiamavano la mia collega, per le evidenti somiglianze con una mummia egizia)bensì un gentile e cavalleresco preside vagamente assenteista. Date le direttive, ci ha lasciato lavorare nella più totale autonomia.
Comunque fa un effetto strano, la maturità da esterna. Ti trovi davanti degli estranei, con il loro percorso alle spalle e gusti e sogni e ambizioni, con una loro personalità che tu neanche immagini. E tu sei lì per valutare, su una domandina, e verificare la preparazione di quella persona. Rischi di chiedere proprio quell'autore che non conosce, o che non ha fatto in tempo a ripassare. Ti guardano intimoriti e imbarazzati, qualcuno ha versato pure qualche lacrimuccia. Le voci tremanti.
Poi c'è il pubblico, tra cui i compagni già "passati", già interrogati. Li riconosci per l'aspetto rilassato e sereno, l'abbigliamento vacanziero, il viso disteso. I maturandi invece vantano delle profonde occhiaie scure ed i brufoli da angoscia pre esame. Ma va bene così: la maturità continua a costituire un momento importante, un giro di boa nella vita di una persona. Come ha detto una mia alunna di V l'ultimo giorno di scuola, "oggi finisce l'era delle certezze"..

1 commento:

superpam ha detto...

Beh, la tua alunna del V mi è sembrata perspicace, anzi perspicacissima con la sua osservazione sull'era delle certezze.
Se solo lo avessi capito io l'ultimo giorno di liceo, ora sarei stata capace di evitare la crisi pre e post laurea.
Io a questa consapevolezza ci sono arrivata alla tenerà età di ventisei anni.
Meglio tardi che mai...
A presto cara prof. e in bocca al lupo con la megera...